
冷やし中華 Hiyashi-chuuka
Passano i secondi, passano i minuti, passano i giorni, le settimane, i mesi. E poi gli anni.
E così la vita si srotola davanti ai nostri occhi come una vecchia pergamena.
Gli istanti passano per non tornare più, lasciando dietro sé il sapore dolce-amaro della nostalgia.
L’estate è di nuovo alle porte. Innumerevoli manciate d’istanti sono dovuti passare per ritrovarci di nuovo qui, nel mese di giugno, in quel mese sempre associato alla fine della scuola e all’inizio di quelle vacanze che da bambini sembravano durare per sempre.
Gli istanti passano, fondendosi l’un nell’altro, mentre forse a volte ci sembra di essere fermi, di non aver mosso un passo.
Altre volte, invece, quegli stessi istanti scivolano via con la forza travolgente di un turbine, lasciandoci addosso la sensazione di aver vissuto un giorno come cento.
Maggio e giugno sono stati mesi, per me, emotivamente molto forti.
Ho trovato la dimensione spirituale che cercavo, ritrovando una grande pace e una chiarezza di pensiero che sembrava ormai avermi abbandonata.
Ho rafforzato ulteriormente un’amicizia con un’amica dal cuore limpido.
Ma nel frattempo ho ricevuto una delusione dolorosa da una persona che, come capita nel cento per cento dei casi, sembrava un’amica ma evidentemente non lo era.
Le delusioni hanno un perché e senza di esse non riusciremmo ad avanzare. Conosciamo il loro valore, ma lo conosciamo e lo apprezziamo solo a posteriori, a mente fredda.
In quel momento, però, la lama tagliente dell’amicizia tradita e del tuo cuore trattato come se valesse mezza carta di caramella gettata a terra penetra molto in profondità, facendoti sanguinare. Si sanguinano lacrime calde che lavano via un pò il dolore, smorzandolo fino a farlo arrivare a livelli gestibili e assimilabili da una mente che altrimenti rifiuta di trovare una logica a ferite provocate senza un perché.
A mente e cuore un po’ più alleggeriti dal bruciore di quel taglio ormai in fase di guarigione, trovo una grande verità:
Strada facendo si perdono tanti amici, per i motivi più svariati. Anzi, a volte i motivi possono pure non esistere.
Ma ad ogni amico perso, se ne trova un altro e generalmente migliore del precedente.
E se questo non dovesse accadere, allora vuol dire che ci sarà altro che ci darà equivalente o superiore gioia a quella di un’amicizia.
Con l’aria quasi ormai estiva pregna della fragranza dei gelsomini, il calore sempre più invadente e appiccicoso, mi sono ricordata con nostalgia di una delizia che in Giappone mangiavo non appena il Paese si ritrovava nella morsa di quella sua estate senza pietà: 冷やし中華 hiyashi-chuuka.
Hiyashi-chuuka è l’equivalente nipponico della nostra estivissima insalata di pasta.
Letteralmente il nome significa “cibo cinese freddo” e questo perché il tipo di spaghettini usati sono generalmente i ramen o comunque spaghetti cinesi.
Essenzialmente, quindi, si tratta di spaghettini freddi guarniti da cetrioli, striscioline di frittata, pollo bollito, prosciutto e il tutto irrorato da una salsina a base di salsa di soia e olio di sesamo.
È un piatto davvero molto gustoso, non difficile da preparare, economico ed esteticamente gradevole.
Ecco a voi la ricetta per quattro persone:
4 o 5 matassine di spaghetti cinesi
2 petti di pollo
1 cetriolo
6 fettine di prosciutto (io ne ho usato uno di manzo molto gustoso)
2 uova
Gli ingredienti per il タレ tare o salsina:
140ml d’acqua
100ml di salsa di soia
100ml di olio di aceto di riso o aceto di mele
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di olio di sesamo
facoltativo: una manciata di semi di sesamo

Acqua, aceto e salsa di soia
Per prima cosa, preparare la tare o salsina unendo l’aceto, l’acqua, la salsa di soia, lo zucchero e l’olio di sesamo.

Due cucchiai di zucchero
L’olio di sesamo è un ingrediente ormai diffuso anche in Italia e reperibile sia negli Asian Market che nei centri della grande distribuzione.
Non costa poco, ma conviene prenderlo di qualità dato che non si usa in grosse quantità generalmente. Una bottiglietta vi durerà diverso tempo, purché la conserviate in un luogo fresco e asciutto. Se non fate attenzione, l’olio di sesamo irrancidirà alla velocità del west.
Qui a Torino, nella zona di Porta Palazzo, e più precisamente nel mio Asian Market del cuore ossia quello di Via delle Orfane, trovo questo olio di sesamo giapponese proveniente dalla Prefettura di Mie, il 純正junsei della Kuki-Sangyo:

ごま油 Goma-abura. Olio di sesamo.
Mischiando i suddetti ingredienti, otterrete la vostra profumatissima tare:

冷やし中華のタレ Salsina per hiyashi-chuuka
La salsina può essere preparata anche con largo anticipo e conservata tranquillamente in frigorifero, fino al momento dell’uso. Anzi, se vi dovesse piacere la ricetta, vi consiglio di preparare una bella quantità di tare da tenere in una bottiglia o contenitore nel frigorifero, pronta da usare all’occorrenza ogniqualvolta vorrete gustarvi un buon piatto refrigerante di hiyashi-chuuka.
Gli spaghettini da usare sarebbero quelli che in Giappone vengono chiamati 生中華そば nama-chuuka-soba ossia spaghettini cinesi freschi. Là si trovano anche secchi e sono buoni comunque, anche se quelli freschi personalmente io li preferisco.
Andate a farvi un giro nel vostro Asian Market di fiducia e vedete un pò cosa riuscite a scovare in quanto a spaghettini. È possibile che non ci saranno degli autentici nama-chuuka-soba ma qualcosa di simile.
La mia scelta è ricaduta su queste deliziose matassine:
Questi begli spaghettini arrivano da Taiwan e hanno una consistenza simile a quella della chuuka-soba.
Prendete qualcosa di simile oppure anche delle semplici mattonelle di ramen secchi, di quelle che trovate in vendita senza il condimento.
Queste matassine cuociono nel giro di 4 minuti abbondanti. Ricordatevi che la pasta asiatica generalmente va cotta in acqua senza l’aggiunta di sale poichè il sale è già incluso nel suo impasto.
Una volta cotti, vanno risciacquati sotto un getto d’acqua fredda corrente.
Prepariamo le guarnizioni:
1. mettere a bollire in acqua leggermente salata i petti di pollo e – a cottura ultimata – tagliarli a striscioline con un coltello oppure sfilacciarli con le mani facendo attenzione a non bruciarvi.
2. Tagliare il cetriolo possibilmente con la tecnica del 細切り komagiri e che vedete illustrata qui.
3. tagliate a striscioline sottili il prosciutto.
4. Sbattete le due uova e fateci una frittatina sottile e che tagliuzzerete a strisce.
Prendete dei piatti un po’ fondi e in ognuno mettete una matassina di spaghettini cotti. Sopra gli spaghettini, cominciate a sistemare le guarnizioni cercando di essere ordinati.
Infine, irrorate generosamente i vostri hiyashi-chuuka con un mestolo di tare.
E siete pronti per sedervi a tavola! いただきます! Itadakimasu!

La mia hiyashi-chuuka: un ritorno olfattivo e papillare al Giappone estivo
La hiyashi-chuuka è facilmente personalizzabile in base ai vostri gusti. Potete farla solo di verdure evitando così la carne, le uova e il prosciutto. Oppure potete aggiungere altre verdure che vi piacciono.
Ad esempio, i pomodorini piccoli sono ideali perchè danno un bel tocco di colore.
In questi giorni al mercato e dal verduriere si trovano i piselli freschi, una di quelle bontà che oramai non siamo quasi più abituati a gustare nella sua versione naturale, che non preveda dunque una scatola di latta.
Avevo un pò di piselli freschi e quindi ho pensato di usarne qualche manciata per dare colore e sapore.
Arriva l’estate e noi l’aspettiamo. Cos’altro possiamo fare?
Come aspettiamo lei, aspetteremo anche l’autunno e poi l’inverno. È la ciclicità della vita che scandisce i nostri ritmi e il passare delle stagioni dell’uomo.
E come sempre, il segreto sta nel riuscire a trovare il bello in tutto ciò che ci circonda, fossimo anche attorniati da un brullo deserto. Da qualche parte, pure in quel deserto, ci sarà una duna da cui spunta fiera la luna, no?
Io adesso, grazie a Dio, non sono più nel deserto brullo ma mi ritrovo nuovamente in un giardino che diventa di giorno in giorno sempre più verde, più fiorito, più profumato. In esso corre libero l’effluvio del gelsomino e dei cuori più belli che io abbia ora nella mia vita.