Okonomiyaki casalingo

Sempre qui

Istanti, ore, giorni, mesi e poi stagioni scivolano via a quella velocità che sembra accelerare di pari passo con l’aumentare dei propri anni.

Il tempo come propulsore di se stesso.

Mi sembrano passate solo poche settimane da quei pomeriggi torridi trascorsi qui in città nel tentativo – spesso invano – di trovare refrigerio in clementi sbuffi di pigra brezza oppure in una coppa di sorbetto.
E invece eccoci qua a febbraio con pesanti fiocchi di neve che impreziosivano Torino solo ieri mentre percorrevo in solitaria la regale Via Po.
Ed io, avvolta in una pesante giacca ed una spessa coltre di pensieri, mi sono rifugiata nei corridoi profumati e vellutati della Luxembourg, l’antica libreria inglese di Torino. Dalle sue vetrate ingioiellate dai volumi di Dickens, di Jane Austen, delle mia amatissime Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge ammiravo quei grossi fiocchi cadere giù sullo sfondo maestoso di Palazzo Carignano.
Avrei voluto piangere dall’emozione che nasce dalla purezza di un istante.

Il conforto dei sapori del Giappone

I sapori giapponesi sono ciò a cui faccio ritorno non solo per ritrovare confortanti piaceri del palato ma per regalarmi il prezioso e privatissimo lusso del potermi isolare nella mia piccola cucina e ritrovare in un fragrante abbraccio il mio Giappone dell’anima.
E questa volta ho voluto percorrere questa strada olfattiva del cuore preparando un piatto che per me rimarrà per sempre ed indissolubilmente legato al mio girovagare da spensierata flâneuse a Osaka.

C'è scritto okonomiyaki.

お好み焼き Okonomiyaki

L’okonomiyaki è stato il piatto che ho scelto per questo mio ripercorrere del sentimento e del ricordo.
Si tratta, in parole povere, di una sorta di pancake salato composto principalmente da cavolo, carne o pesce, qualche altra verdura, il tutto tenuto insieme da una pastella a base di farina, uova e acqua.
Il suo stesso nome è un invito alla versatilità: esso, infatti, può essere tradotto pressappoco con “ciò che preferisci, alla griglia”. Perché in effetti è di questo che si tratta cioè di una sorta di gustosa parentesi dedicata a ciò che si predilige, il tutto cotto sulla caratteristica piastra di ferro.

In Giappone l’okonomiyaki è una specialità che si può gustare in ristoranti ad esso dedicati ma è comunque un piatto presente su tanti menù proprio perché amatissimo da tutti.


Stile Kansai e Hiroshima

Illustrazioni okonomiyaki
Dall’alto a sinistra, in senso orario: okonomiyaki stile Kansai, stile Hiroshima, salsa per okonomiyaki e monjayaki di Tokyo. Illustrazioni di イラスト屋

Come spesso accade coi piatti celebri, non esiste una sola versione unica e immutata ma più interpretazioni che variano da zona a zona.
Nel caso dell’okonomiyaki la grande distinzione che generalmente si fa è tra lo stile tipico del Kansai – cioè nel Giappone occidentale – e Hiroshima: nel Kansai solitamente si mischiano gli ingredienti alla pastella formando un composto unico mentre a Hiroshima si preferisce ricavare dalla pastella delle crepe che verranno poi successivamente farcite con gli ingredienti scelti.
Anche Tokyo vanta una propria versione dell’okonomiyaki, decisamente meno diffusa delle altre due, e che si chiama もんじゃ焼き Monjayaki.
Il monjayaki è più simile all’okonomiyaki del Kansai ma con una consistenza assai più liquida per la presenza di dashi nel composto.
Ai monjayaki Tokyo riserva un’intera strada costellata di tanti ristoranti specializzati in questa versione del gustoso pancake: Tsukishima 月島.

Bisogna inoltre menzionare i モダン焼き Modanyaki, la versione di okonomiyaki che prevede l’aggiunta di spaghetti 焼きそば yakisoba al composto rendendo il piatto molto sostanzioso e decisamente adatto al periodo invernale.

Origini

Come buona parte dei piatti giapponesi anche l’okonomiyaki vanta una sua storia avvolta però nelle nubi del tempo che si confondono con quelle della leggenda. C’è chi lo fa risalire ad alcune preparazioni a base di una pastella di farina che accompagnavano le cerimonie del tè nel corso del XVI secolo; altri collocano gli avi di questo delizioso pancake nel Periodo Edo individuandone dei precursori.
Altri ancora, invece, ritrovano le sue origini in una storia assai più recente e a noi più vicina ossia il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Tutti i popoli del mondo generalmente nei periodi di guerra e carestie, spinti dal senso di sopravvivenza, riescono a scoprire un’inventiva ed una creatività strabilianti nel riciclare tutto il riciclabile e creare da esso qualcosa di nuovo.
E i giapponesi non sono certamente diversi in questo. Secondo alcune teorie, infatti, l’okonomiyaki nacque proprio in periodi di scarsità principalmente di riso perché permetteva con poco o nulla di preparare un pasto gustoso in grado di placare il senso di fame.
Bastano poche manciate di verdure, un po’ di farina, dell’acqua, un uovo e in men che non si dica un pasto sostanzioso è pronto da servire.

L’okonomiyaki preparato in casa

okonomiyaki
Okonomiyaki casalingo

Per preparare un buon okonomiyaki in casa servono pochissimi ingredienti – tutti di facile reperibilità (incluse le salse) proprio per rimanere fedeli al principio fondante di questa rubrica.
Non vi serve nemmeno munirvi dell’apposita piastra o della spatolina specifica; basteranno infatti una padella antiaderente ed una paletta per alimenti qualunque.

Passiamo dunque alla ricetta.

お好み焼き Okonomiyaki (stile Kansai)

Ingredienti
Ingredienti per un buon okonomiyaki casalingo.

Ingredienti per un okonomiyaki per due persone molto affamate:

4 calamari puliti e tagliati a pezzetti*
200g di cavolo tagliato a striscioline
1uovo
100g di farina
100ml d’acqua
Sale e pepe q.b.
1 cucchiaino di salsa di soia
Olio vegetale per la cottura in padella

*Potete sostituire con carne di vostra scelta, gamberi, pesce azzurro o solo verdure.

Per le salse**:
2 cucchiai di salsa Rubra o ketchup
1 cucchiaio di salsa di soia
1 pizzico di cannella in polvere
Maionese per i ghirigori

**La tipica salsa da okonomiyaki è marroncina e molto aromatica. La più famosa in commercio è quella della marca Otafuku. Esistono molte ricette per realizzarne versioni casalinghe ma io ho optato per questa variante semplicissima e senza pretese.

  1. In una scodella sbattere l’uovo, aggiungere l’acqua, il sale, il pepe e la salsa di soia.
  2. Aggiungere la farina un po’ per volta e mescolare bene. Otterrete così la pastella.
  3. Versare il cavolo e la seppia (o l’ingrediente di vostra scelta) alla pastella e amalgamare bene il tutto.
  4. Scaldare una padella antiaderente e capiente (io ne ho usata una del diametro di circa 30cm) e ungerne l’interno uniformemente con poco olio.
  5. Versare tutto il composto e, aiutandosi con una padella, appiattirlo fino ad ottenere uno spessore di circa 2cm. Sistemare i bordi in modo che siano regolari.
  6. Lasciare cuocere a fiamma medio bassa per circa 8-9 minuti dopodiché aiutandosi con un piatto o con un coperchio capovolgere l’okonomiyaki e farlo cuocere dall’altra parte per altri 8-9 minuti.
  7. Per la salsa mescolare la Rubra con la salsa di soia e il pizzico di cannella.
  8. Trasferire l’okonomiyaki sopra un piatto e spennellarne la superficie con la salsa appena preparata. Decorate, se lo desiderate, con dei ghirigori di maionese. Volendo potete anche guarnire con una generosa manciata di 鰹節 katsuobushi o tonnetto essiccato in scaglie.
  9. Servire. Potete servire il vostro okonomiyaki con zuppa di miso e riso al vapore.
Okonomiyaki teishoku
お好み焼き定食

Per la zuppa di miso potete seguire le mie istruzioni video qui. Per il riso invece vi invito a leggere questo mio scritto qui.

Alla prossima ricetta di katei-ryoori!

E come si dice in giapponese prima di mangiare e bere:

Itadakimasu!

いただきます!