
Continuano queste giornate bislacche dove la concentrazione vacilla e il flusso di notizie sembra penetrare nelle tue vene anche quando chiudi gli occhi.
Nono giorno in casa e la realtà che mi circonda adesso è data da queste quattro mura e dal rettangolo di mondo che vedo dal mio balcone.
Prima e dopo
Chi mi legge, e molti lo fanno da anni, sa che spesso faccio riferimento al mio personalissimo prima e dopo. Una condizione di paragone che vede l’Italia che conoscevo da bambina e da ragazzina e il cui ricordo ho gelosamente conservato nel cuore di expat qual sono stata per lunghi anni.
E l’Italia che ho ritrovato, ossia quel dopo, che mi ha colta di sorpresa frastornandomi con tutta la forza in suo possesso. Un mondo che riconoscevo a stento e ai cui pochi appigli famigliari mi sono aggrappata quasi disperatamente.
Quello era ed è il mio micro prima e dopo.
Adesso invece siamo alle prese con un macro prima e dopo che ci coinvolge praticamente tutti, senza distinzioni né di estrazione sociale né di latitudine.
Rispettarsi
Nella corsa convulsa al riempimento di questo tempo lento e oppressivo ho deciso che obbligarmi a scrivere qualcosa necessariamente ogni giorno non è benefico. E allora mi rispetterò scrivendo quando sentirò di farlo.
Ricettario di dolci spontaneo
E’ venuta un po’ da sé questa idea, tra l’altro perfettamente in linea con le preparazioni che ho sempre proposto qui su Biancorosso Giappone, di offrire ricette di dolci giapponesi semplicissime. Magari ne verrà fuori un dolciario giapponese della quarantena o magari ancora una sorta di zibaldone di sapori nipponici casalinghi.
Sia come sia, ecco un’altra idea:
Matcha latte
Non mi dilungherò né sulle proprietà benefiche del matcha né sulla sua notorietà esasperata soprattutto in ambito commerciale.
E’ un ingrediente della tradizione che ho imparato ad apprezzare e a degustare in silenzio quando abitavo in Giappone. Era spesso una tazza di matcha a darmi la carica al mattino prima di affrontare una nuova giornata all’università.
Una maniera piacevole con cui apprezzare questo antico ingrediente è quella di miscelarlo a un latte, vegetale o meno, fino ad ottenerne una sorta di cappuccino dalle tonalità naturalmente verdi.
La ricetta che vi propongo non richiede alcun tipo di utensili insoliti o di difficile reperibilità, come ad esempio il chasen o frullino di bambù.
L’unico ingrediente non comune nelle nostre cucine è il matcha senza cui però questa ricetta non avrebbe ragion d’essere. Al suo posto potete utilizzare del sencha in polvere che, seppur variando un po’ in intensità, produrrà comunque un buon risultato.
Ricetta
Ingredienti:
1 cucchiaino e mezzo di matcha
60ml di acqua calda
1 cucchiaino di sciroppo d’acero o miele (facoltativo)
120ml di latte di soia (o vaccino)

Procedimento:
Far bollire l’acqua e versarla in un thermos o bottiglia con una buona chiusura e aggiungere il matcha in polvere e lo sciroppo d’acero (oppure miele, sciroppo d’agave, zucchero ecc.).

Chiudere bene il contenitore e agitare vigorosamente per almeno 40 secondi.
Aggiungere il latte, chiudere di nuovo la bottiglia e agitare per circa un minuto.
Nelle giornate calde può essere gradita l’aggiunta di qualche cubetto di ghiaccio da inserire assieme al latte.
Versare in una tazza e servire.
Questo semplice matcha latte può essere una gradevole merenda alla giapponese soprattutto se accompagnato, ad esempio, dai kokuto-manju di cui vi ho già proposto la ricetta.