
I kabochakin sono un elemento di familiarità che compongono l’arazzo della mia vita, con pennellate dai colori caldi e così adatti all’autunno. Imparai a fare questi dolcini dalla mia cara amica Akiko. La sua spiegazione è ancora nelle mie orecchie e nel mio cuore. Aveva scelto parole delicate e cariche d’affetto, un po’ come quando parliamo di qualcosa che ci riporta, col ricordo, a volti e luoghi cari. Credo ripensasse ai kabochakin che aveva preparato, tante volte, per gli obento dei suoi figli.
Un po’ come se quelle parole scelte con attenzione permettessero di maneggiare con maggior cura quel ricordo.
E’ ormai evidente l’affetto che mi lega a questi dolcini autunnali dalla semplicità disarmante. Infatti, ne avevo già parlato in passato. Come ad esempio QUI.
Dolci semplici
I kabochakin, come vedrete, non sono che piccoli bocconcini di polpa dolce di zucca la cui dolcezza naturale è accentuata da un pizzico di zucchero.
In Giappone si preparano in autunno e, come mi spiegava Akiko, sono ideali anche per l’obento, incluso quello dei bambini.
La ricetta, come vedrete, è disarmante nella sua semplicità ma è proprio la linearità della sua composizione ed esecuzione a fare dei kabochakin una dolce soluzione alla portata di tutti.
Ricetta dei kabochakin

Ingredienti (per 4 kabochakin)
100g di zucca*
4 semi di zucca (facoltativi)
2g di burro**
mezzo cucchiaino di zucchero
un pizzico di sale
*Usate la varietà di zucca che riuscite a trovare. Io ne ho utilizzata una con la buccia verde che si avvicina molto a quella giapponese. Non ci sono però restrizioni su questo purché ne scegliate una con la polpa soda e asciutta.
** Il burro si può saltare ma consiglio di non ometterlo. Si tratta, dopotutto, di una quantità esigua che però contribuisce a rendere ancora più cremoso e goloso il dolcino. Potete, al limite, sostituirlo con la margarina o un burro vegetale di vostra scelta.

Per prima cosa, un piccolo accorgimento su come sbucciare la zucca. Se usate quella con la buccia verde, vi consiglio di non rimuoverla del tutto perché darà all’impasto alcune piacevoli venature verdi.

- Mettere a bollire un po’ d’acqua in una pentola, posizionare all’interno un cestino per la cottura a vapore e su di esso adagiare la zucca lavata e sbucciata.
- Lasciar cuocere al vapore per 5/6 minuti o fino a quando la zucca non sarà tenera. Attenzione però a non farla cuocere troppo altrimenti si disferà.
- Prendere un pezzo di pellicola per alimenti e sopra mettervi la zucca cotta, il burro, il sale, lo zucchero.
- Chiudere la pellicola fino a formare un fagottino. Con un mattarello o un pestello, picchiettare il composto fino a renderlo una poltiglia. Ripassare il fagottino tra le mani per facilitare il mescolamento degli ingredienti.
- Dividere il composto in quattro parti uguali e trasferire ogni parte al centro di un pezzo di pellicola per alimenti. Chiudere la pellicola a mo’ di caramella ed ecco formato il kabochakin.
- Scartare i kabochakin delicatamente e – se lo si desidera – guarnirli con i semi di zucca che imiteranno il picciolo della zucca. Disporli su un bel piattino e servire.

Un dolce frammento del mio Giappone e che condivido con voi.