
Quando lo sguardo si posa con dolce riverenza sullo scorrere lento di un corso d’acqua ecco che questi colgono un invisibile sollievo.
E’ la virtù balsamica che fluisce copiosamente da ogni angolo del creato. E’ la fonte rinvigorente per occhi e spiriti stanchi.
Sto piano piano riavvicinandomi a questo mio blog perché è un’amata tavolozza su cui tracciare liberamente schizzi di parole a cui affidare, almeno in parte, il mio malessere. In parte perché a volte il vortice di emozioni sembra sottrarsi a qualunque tentativo di cattura. Come una bolla di sapone che sfugge e poi svanisce nell’aria.
Quanta incertezza e quante fratture. Quanta paura e confusione.
Acque profonde

Questo spazio dedicato alle saggezze di un vecchio Himekuri sta diventando un piccolo momento di sollievo e contemplazione. Uno spazio senza pretese che però mi sta traghettando risolutamente via dal vorace mulinello dei social.
Su ogni pagina di questo vecchio calendario himekuri intonso ecco proverbi, modi di dire, frammenti di saggezze passate ma inalterate.
La saggezza di oggi è un proverbio trovato sulla pagina di sabato, 1 agosto 2015.

深い川は静かに流れる
Fukai kawa wa shizukani nagareru
Traduzione
Il fiume profondo scorre quietamente.
Sono parole che, a pennellate di agili flutti, dipingono una persona che esteriormente è calma e pacifica ma che al suo interno custodisce (o nasconde?) una profondità di emozioni e pensieri. E’ qualcuno talmente immerso in una propria e continua contemplazione da apparire quieto, pacato e silenzioso.
Questo ritratto inevitabilmente mi fa pensare alla proverbiale acqua cheta che rovina i ponti e che riesce a sorprendere proprio per la sua inaspettata reazione ed esplosione.
Ma mi fa anche pensare alla profondità e carattere di chi parla poco e che è in netta contrapposizione alla petulante garrulità di chi ciancia soltanto.
Acque basse come tratto distintivo degli eccessivamente loquaci.
E in questo momento così dolorosamente destabilizzante ecco che il pensiero ritorna alla maestosità delle profonde acque zaffiro e alla ricchezza di pensiero che queste suggeriscono all’animo scosso.
Marianna
…..immerso in una propria e continua contemplazione….
é da capire : una contemplazione “unidirezionale” ed esclusiva nel senso di rivolgere l’attenzione ( quasi unicamente) verso sé stessi ,
oppure la capacità specifica di una data persona di contemplare cio’ che le sta attorno?
Grazie per la precisazione