Un legno che profuma di reminiscenze
Dal legno di faggio un doppio incanto di cui vi parlerò.
L’olfatto: il teletrasporto dell’anima
L’olfatto è il vero teletrasporto dell’anima.
Un teletrasporto intenso che ho potuto rivivere da pochissimo attraverso un legno su cui, vi confesso, stava per scendere una lacrima.
Ma andiamo per ordine. O quasi.
La casa di Ishii-san
Dei tanti luoghi a cui i lettori di Biancorosso Giappone si sono affezionati negli anni vi è sicuramente la famosa casa di Ishii-san, nel Kanagawa. Cliccando qui vi rimando ad un mio articolo del 2016 dedicato in particolar modo alla collezione di katana del sig. Ishii.
Ishii-san era il mio padrone di casa nonché papà di Saku-chan, una delle mie più care amiche.
Di questa casa vi ho parlato tante volte perché essa custodisce alcuni tra i miei ricordi più preziosi.
Ishii-san, discendente di una famiglia samuraica, molti anni fa ha ereditato questa magnifica casa tradizionale.
La casa, sottoposta regolarmente a meticolose opere specializzate di manutenzione da parte di artigiani specializzati nell’edilizia tradizionale giapponese, è un gioiello da qualunque parte la si osservi.
Al suo interno essa è impregnata della fragranza elegante del tatami e … del legno di faggio e di cedro di cui sono fatte le intelaiature delle sue porte scorrevoli e i pannelli decorativi.
Da Miyabi, a Torino, il doppio incanto
Pochi giorni fa ho ricevuto, inaspettatamente, l’invito da parte dello chef Tezuka Masanori di Miyabi, l’associazione culturale giapponese di Torino, a prendere parte a un evento di rara e singolare preziosità:
Si è trattato di un workshop che aveva come obiettivo quello di dare ai partecipanti un assaggio di un’arte che sa di antico ma che certamente è ancora molto viva: la carpenteria giapponese.
Il workshop era diretto dal signor Tsunehito Minegishi, (con l’assistenza della professoressa Daniela Moro docente di lingua e letteratura giapponese all’Università di Torino) un artigiano con una lunghissima esperienza alle spalle nel campo della carpenteria. Un’esperienza mirabile affinatasi in particolare da un’attenzione verso la 数寄屋造り Sukiya-zukuri ovvero uno stile architettonico residenziale che fa propri i principi estetici del wabi-sabi che governano le armonie e le atmosfere delle case da tè e della cerimonia del tè giapponesi.

Minegishi-sensei ci guida, attraverso una spiegazione dettagliata e coinvolgente, in un mondo a noi pressoché sconosciuto.
Dopo aver ricevuto una deliziosa accoglienza in questa limpida scheggia di Giappone proprio qui, nel cuore del capoluogo sabaudo, con crescente emozione abbiamo atteso l’inizio di un’esperienza che conserveremo gelosamente nei nostri ricordi e nel nostro sentire.
L’aspetto più emozionante dell’evento era l’obiettivo preannunciato nel programma, ovvero la realizzazione, attraverso la paziente guida di Minegishi-sensei, di un paio di お箸 o-hashi ovvero di bacchette tradizionali giapponesi che ogni partecipante sarebbe stato in grado appunto di creare.
Per far ciò, ognuno di noi è stato accolto da una propria postazione.
La postazione di ognuno comprendeva una pialla giapponese che si chiama 鉋 kanna, una forma di legno e dei parallelepipedi di legno di faggio che avremmo pazientemente ma entusiasticamente modellato.
La piallatura come rievocazione del ricordo
Dopo un iniziale timore avvertito anche solo nel prendere in mano questi attrezzi che sembravano così delicati ma cosi forti al tempo stesso, mi sono lasciata trasportare dal movimento – dall’esterno verso l’interno quindi l’esatto opposto della pialla occidentale – di ritmica lisciatura.
Ad ogni movimento corrispondeva l’emergere di nuovi trucioli che, in breve tempo, hanno ricoperto il tavolo e il pavimento.
E ad ogni movimento e ad ogni sbocciare di nuovi riccioli di legno, ecco elevarsi quel profumo.
Il profumo di Giappone per me coincide con poche cose ma che so identificare con precisione. Come ad esempio la fragranza innocente delle saponette キレイキレイ Kirei-kirei, gli effluvi contemplativi dell’incenso 毎日香 Mainichikoh, l’aroma avvolgente delle 焼き芋 yaki-imo ovvero le patate dolci giapponesi arrostite tipiche dell’inverno e il suggestivo odore garbato del legno di faggio.
Quest’ultimo ha il potere, sconvolgente e rincuorante al contempo, di trasportarmi istantaneamente nella casa di Ishii-san. Laggiù, seduta su quegli zabuton a sorseggiare tè verde freddo con Sakura e a deliziarci con ghiaccioli agli azuki per combattere l’afa agostana e accontentare la voglia di dolce e di convivialità.
Dalla fatica emerge una bellezza
La piallatura con la kanna richiede movimenti energici e scanditi da una certa costanza ritmica. Inevitabilmente, per me che non avevo mai piallato un pezzo di legno o di metallo in vita mia fino a quel momento, ho avvertito una certa spossatezza e forse anche una punta di timore di non riuscire nell’intento creativo.
Nonostante l’indolenzimento di braccia e dita, lentamente è emersa una garbata bellezza ammantata di quella fragranza di reminiscenza.
Ad ogni partecipante è stato chiesto di scegliere se dare alle estremità delle proprie bacchette una forma ottagonale oppure se lasciarla quadrata.
La mia amica Laura, che non solo mi ha accompagnata ma che è autrice di tutte le suggestive foto di questo post tranne quelle della casa di Ishii-san, ha optato per l’ottagono mentre io ho preferito rimanere sul più semplice scegliendo il quadrato che ho solo tentato lievemente di smussare agli angoli.
Qui le nostre お箸 ohashi:
Ed ecco dunque
Ed ecco dunque il doppio incanto: la rievocazione – sulla scia olfattiva del legno – di un ricordo prezioso di serenità e la realizzazione davanti ai nostri occhi di un oggetto di ricercata bellezza.
Ringrazio nuovamente con genuina gratitudine lo chef Masanori Tezuka di Miyabi per l’invito graditissimo, Minegishi-sensei per la maestria che ci ha donato con un sorriso, Asuka Ozumi del CeSAO per l’accoglienza squisita e tutto lo staff e i collaboratori di questo incantevole schizzo di Sol Levante su tela sabauda: Miyabi
E infine ringrazio con il cuore Laura di WEeKanDesign.it che collabora con Biancorosso Giappone in un fruttuoso e incoraggiante sodalizio. Sue sono quasi tutte le foto di questo post, ad eccezione delle due immagini della casa di Ishii-san.