
あけましておめでとうございます。
Akemashite-omedetoo gozaimasu!
E rieccoci agli inizi di un nuovo anno.
Nuovo libro, pagina pulita, propositi positivi, rinnovati entusiasmi.
Insomma, tutto per ricominciare l’ennesima scalata che ci vedrà impegnati da ora fino a dicembre in alti e bassi; in giornale stupende e in altre difficili.
Il mio periodo di vacanza fino adesso è stato abbastanza sereno, a parte qualche viavai movimentato legato a motivi di salute (nulla di grave) che hanno riguardato persone a me care e vicine.
Ma il resto del tempo è passato in maniera alquanto tranquilla.
È bello pensare al primo gennaio, a questo principissimo, come ad un primo gradino, come il primo sentiero da percorrere per scalare la montagna. Al termine della scalata, il premio che ci spetterà, saranno una maggior consapevolezza, saggezza, conoscenza e virtù.
Premi, questi, che non sono quantificabili certamente in denaro.
Verso fine dicembre, in genere, si tirano le somme e si stila mentalmente una sorta di bilancio di quello che è stato.
Ci si auspica sempre che l’anno successivo sia più felice, più facile, più prosperoso. Ma alla fine non sappiamo mai che cosa ci aspetti davvero.
Voltandoci un attimo con lo sguardo al passato, scorgiamo certamente anni che ricordiamo per la loro austerità e pesantezza, mentre altri sono passati velocemente forse proprio perché così pieni di gioie.
Ma ogni anno di vita in sè è un tesoro che non tornerà più. È un tesoro che ci ha fatto dono di saggezza ed esperienza, soprattutto quando la scalata si faceva ardua. È precisamente in quei frangenti che si acquisiscono i doni migliori.
È quasi come se si debba necessariamente soffrire per acquisire profondità e ricchezza di spirito.
Sempre felicità, sempre salute, sempre serenità, sempre tutto bello allora sono cose che umanamente ci auguriamo, ma che forse non dovremmo. Senza il salato non ci sarebbe il dolce; senza il freddo non ci sarebbe il caldo; senza il buio non ci sarebbe la luce.
Ogni volta che mi preparo a scrivere un post e apro la pagina principale di Blogger*, leggo sempre un commento che è lì da mesi e mesi e che non ho mai pubblicato.
(*questo articolo è stato scritto in originale sulla vecchia piattaforma e poi riportato sul nuovo blog)
Parole molto gentile e sentite col cuore, scritte per me da un ragazzo giapponese che silenziosamente – molto silenziosamente – segue Biancorosso Giappone con passione perché, dice, lo aiuta a migliorare il suo italiano.
Questo commento molto sincero e carico di stima per me (e che non merito) è ancora lì da pubblicare poiché il suo autore mi ha espressamente chiesto di non pubblicarlo. Mi ha detto di vergognarsi.
Rispetto la sua richiesta e allora il suo commento è ancora là, sospeso lì a mezz’aria che pur rimanendo in questa posizione incerta, in bilico, mi fa piacere trovare e ritrovare ogni volta.
Il 2013 è stato l`anno di rinascita del mio bazar: Dadakko-ya だだっ子屋.
Una tappa importante nel mio travagliato percorso di ricostruzione interiore.
La mia prima vetrina dell’anno ho scelto di dedicarla ad una mia grande passione: gli incensi (giapponesi, ovviamente).
Proprio ieri, qui nel quartiere dove abito, ho avuto la possibilità di avere una deliziosa conversazione sull’argomento con una signora, proprietaria di un negozio di artigianato tibetano.
La signora, da qualche tempo, ha iniziato a vendere incensi tibetani originali, preparati nei monasteri secondo vecchie ricette, tra cui alcune antichissime formulazioni che pare addirittura provengano dai libri di Milarepa.
Da qualche tempo nutrivo curiosità per questi incensi tibetani, anche se non li conosco affatto. Ne ho acquistato qualche bastoncino per curiosità e di cui vi parlerò in seguito.
La signora, però, mi esprimeva la sua ammirazione per gli incensi giapponesi i quali – a suo parere di persona esperta di artigianato e prodotti tradizionali tibetani e indiani – sono assolutamente i migliori e ineguagliati fino adesso in quanto a delicatezza e raffinatezza.
La gioia nel sentire queste sue parole mi ha regalato un sorriso che mi sono portata dietro, fino a casa!
La mia grande amica, Akiko, mi ha aiutata a procurarmi questi incensi la cui selezione è avvenuta in armonioso tandem.
Se vi interessa qualcosa, mandatemi una mail a biancorossogiappone@yahoo.it
Per gli incensi, utilizzo come metodo di spedizione la posta raccomandata che, per tutta Italia, si aggira sui 5 euro. Se siete a Torino e dintorni, la consegna può avvenire a mano evitando quindi costi aggiuntivi.
Ogni incenso è accompagnato da una mia descrizione il cui scopo è quello di aiutarvi ad immaginare la fragranza.
Ricordate che però gli incensi, proprio come i profumi, sono molto soggettivi e personali e ciò che sentite annusando i bastoncini spenti non sempre coincide con la fragranza che questi sprigionano una volta bruciati.
Numerosi sono i fattori che concorrono a creare un’esperienza olfattiva sempre nuova.
Iniziamo.
Aprite l’elegante confezione di うめ ume, chiudete gli occhi, avvicinatela al vostro naso e annusatene la fragranza.
Quello che le vostre narici capteranno non sarà un profumo. Vi potrei parlare di profumo se questo fosse un qualunquissimo incensetto facilmente etichettabile col nome di questo o quell’ingrediente.
Ma qui siamo oltre. Siamo davvero in un mondo a parte.
In questo incenso, io colgo l’effluvio di un legno antico di sandalo impregnato di olio di ume e abbracciato da un mazzo di lavanda appena raccolta.
C’è un qualcosa di balsamico nella sua fragranza che mi riporta, con forza, all’interno di un’antichissima ed oscura sala dentro la pagoda di 東時 Tooji, a Kyoto.
Esausta dopo una lunga camminata, mi accomodai su di una panchina di legno che il tempo aveva inesorabilmente consunto.
I miei occhi, abituati alla luminosità del sole di quel pomeriggio, faticavano ad accettare la solenne oscurità di quel posto le cui caratteristiche non riuscivo a mettere a fuoco.
Mi sentivo cieca, ma era una cecità che non mi spaventava perché sapevo essere temporanea e perché mi permetteva di esplorare quel luogo non con la vista, ma con l’olfatto.
Chiusi gli occhi e le mie narici vennero immediatamente accolte da delicatissimi ed eterei fili di un fumo a me invisibile ma il cui aroma arrivò, come una parola d’amore sincera, dritta al cuore.
Quella scia sapeva di tempi che furono, di eleganza solenne e forse vetusta ad un palato disattento. Sapevano di kimono aggraziatamente ben riposti in タンスtansu, vecchie cassettiere dalle maniglie di ottone opaco. Sapevano di armoniose capigliature nere ebano sobriamente raccolte.
Piano piano i miei occhi iniziarono a riacquistare la vista, ma non volevo che questa interrompesse il ricamo d’immagini ed emozioni così amorevolmente eseguito con l’ausilio del mio naso.
Richiusi gli occhi e ritornai a farmi cullare da quella fragranza del tempo.
Incenso Ume di Kousaido, di Kyoto.
Delicata scatolina da 20 g, contenente circa ottanta bastoncini da 7 cm di lunghezza ciascuno.
Ogni bastoncino brucia per circa un quarto d’ora.
Ricordo che gli incensi giapponesi che vi propongo sono tutti 日本製 Nihonsei, prodotti in Giappone, e di qualità. Non contengono ingredienti artificiali, ma sono olii essenziali, resine e spezie.
Ricordo anche che gli incensi giapponesi non contengono bastoncini di legno o di bambù, ma sono composti da impasto puro.
Euro 14 + spedizione.
Hasu è il loto.
Una pianta che, pur nascendo nel fango, ci regala fiori purissimi dove ogni petalo sembra aver una storia da raccontare.
Il loto incarna la limpidezza dell’animo che ritrova il suo fulgore nonostante le ferite e le lordure che a volte hanno costellato il nostro passato.
Forse è per questo che hasu ha una fragranza semplice, senza complicazioni, senza intrecci, senza incroci e senza miscele.
Il suo è l’effluvio dell’innocenza; della risata per un cappello portato via dal vento; del conforto che mani infreddolite ritrovano tenendo stretta una tazza calda di tè; della genuinità ineguagliabile del sorriso divertito di un bambino; del tuffo al cuore che si ha ascoltando, per caso, una vecchia melodia di un nostro giorno felice; del soave sollievo del perdono; di quella gioia pienissima e a trecentosessanta gradi che si ha quando ci si trova esattamente dove si voleva essere.
Hasu sa di fiore. Annusate un fiore all’alba, bagnato dalla rugiada, e in esso ritroverete hasu. Ritroverete l’innocenza.
Incenso Hasu di Kousaido, di Kyoto.
Graziosa scatolina da 20 g, contenente circa ottanta bastoncini da 7 cm di lunghezza ciascuno.
Ogni bastoncino brucia per circa un quarto d’ora.
Euro 14 + spedizione.
La primavera è la stagione della rinascita in cui tutto prende una luce nuova e sorprendentemente abbagliante.
Annuso Sakurausagi e mi ritrovo circondata da panni candidi stesi al sole, in un giorno di maggio.
Sono là, affacciata al mio balcone bianco e blu, mentre un sole d’oro illumina la città.
Io sorrido con quella reale contentezza che nasce dal cuore per nessun motivo in particolare, se non forse quello di essere viva e di poter essere proprio lì in quel preciso istante.
I ciliegi in fiore hanno già formato la loro orchestra rosa, intonando le note inconfondibili della sinfonia della pioggia dei petali.
L’aria è già calda e i fragilissimi petali rosa chiaro svolazzano e sembrano raggiungere ogni centimetro quadrato del mondo intorno a me.
Alcuni si posano sulla superficie dell’acqua; altri sui tetti spioventi e lucidi dei templi; altri ancora invece mi si posano sulle mani e sui capelli regalandomi un delicato promemoria dell’inesorabile caducità delle cose terrestri…anche di quella più dolorosamente bella.
Sakurausagi dona alle narici la fragranza dolciastra del fiore di ciliegio equilibrata da una carezza muschiata.
Incenso Sakurausagi di Kousaido, di Kyoto.
Bellissima scatolina da 20 g, contenente circa ottanta bastoncini da 7 cm di lunghezza ciascuno.
Ogni bastoncino brucia per circa un quarto d’ora.
Euro 14 + spedizione.