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Cucina giapponese casalinga: 冷たいそうめん Somen freddi

 

Somen

Il piatto di oggi! Per l’immagine dei somen ringrazio イラスト365日 

La sfida contro il caldo

Somen o そうめん: questo il refrigerante argomento di oggi. Ogni stagione ci ammalia con i propri pregi e in questo senso l’estate non fa eccezione. Tuttavia, ogni anno ci ritroviamo nelle imperdonabili e calde morse di questa stagione andando puntualmente in cerca di qualche rinfrescante rimedio anti-calura.

Su Biancorosso Giappone si è già parlato ampiamente dei piatti estivi giapponesi più amati, in particolar modo dei menrui ossia della variegata famiglia di spaghettini del panorama gastronomico nipponico. A tal proposito vi rimando qui, a questo articolo dedicato, come ricorderete agli udon freddi.

I somen: un gustoso rimedio

Mazzetto di somen

Tra i menrui più conosciuti anche da noi ricordiamo certamente gli udon, la soba di grano saraceno e – non possiamo dimenticare gli amatissimi ramen! Ma nella famiglia dei menrui vi è un membro di cui si parla ancora troppo poco: i somen そうめん.

I somen sono spaghettini sottilissimi, anzi, sono i più sottili della famiglia dei menrui giapponesi; infatti, hanno uno spessore che generalmente non supera il millimetro.

Vengono venduti quasi sempre essiccati, e quasi mai freschi, raccolti in ordinatissimi mazzetti da una porzione. I somen sono una pasta tipicamente estiva e la sola vista richiama alla mente memorie di matsuri, di cubetti di ghiaccio, di foglie di shiso fresche, di profumatissimo myoga.

Somen a Torino

Quando sono alla ricerca di ingredienti giapponesi mi rivolgo all’unica possibilità qui a Torino: i market asiatici di Porta Palazzo. In realtà adesso iniziano ad intravedersi market di alimentari orientali anche in altre zone della città (ad esempio Corso Vercelli), ma il centro nevralgico dei prodotti dall’Asia resta certamente il perimetro che circonda la grande piazza del caotico mercato torinese.

Anche se per adesso Torino è ancora tristemente priva di una Chinatown di tutto rispetto, e che non coincida con i soliti quattro o cinque negozi malconci, qualche buon prodotto ogni tanto si riesce a trovare.

Benché i somen siano squisitamente estivi, in questi ingarbugliati negozi di vivande dall’Oriente li si può trovare tutto l’anno.

I somen reperibili a Torino sono questi:

somen

Somen marca Tomoshiraga

Spaghettini ingarbugliati a Chinatown

Questo marchio, Tomoshiraga 友白髪, in realtà è curioso perché riflette il pasticciato e disorganico microcosmo dell’acciaccato quartiere semi-Chinatown di Torino: sono somen di stile giapponese, di produzione coreana, importati prima in Francia e poi in Italia dall’azienda cinese dei fratelli Tang. L’impresa di importazione di alimentari dei fratelli Tang, tuttavia, ha sede principale non in Cina ma nel Laos, Paese natio dei due soci.

Il punto vendita principale in Europa dei Tang Frères è situato nel tredicesimo arrondissement di Parigi.

Ma i garbugli non finiscono qui.

Tomoshiraga: ironia o guazzabuglio?

Il marchio Tomoshiraga nei somen è reperibile non solo a Torino, ma un po’ in tutta Italia e nel resto d’Europa. Insomma, ovunque troviate un market di alimentari orientali dovreste trovare altresì i somen Tomoshiraga.

Il nome fa sorridere i giapponesi per poi lasciarli un pochino perplessi. In giapponese esiste l’espressione tomoshiraga 共白髪 che è una sorta di augurio tra marito e moglie affinché si possa invecchiare insieme, o più letteralmente, affinché i capelli di entrambi possano diventare bianchi assieme. Ma in questa espressione il primo carattere usato è diverso da quello che appare sulla confezione dei somen: se nel primo caso il significato è di insieme, nel secondo troviamo quello di amico o compagno.

A prima vista sembrerebbe il classico gioco di sostituzione di caratteri così tipico della lingua giapponese, una lingua che in questa sua peculiarità vanta un’invidiabile malleabilità poiché in grado di adattarsi elegantemente a vari contesti anche ironici. Tuttavia, stando a quanto sostengono vari giapponesi arenati in Europa e costretti ad andare a caccia di ingredienti per la washoku in questi confusi negozi non  sembrerebbe esserci un effetto voluto in questo caso.

Parrebbe non esservi neppure in cinese!

E a complicare il tutto ci si mettono i tre barbuti gentiluomini cinesi sulla confezione che, pur dando l’impressione di essere già avanti con gli anni, tranne uno gli altri non sembrano mostrare traccia di canizie.

Insomma, che sia un fraterno augurio a rimanere amici per tutta la vita, o almeno fino all’incanutimento?

Qualcuno un giorno risolverà l’arcano? Saranno gli stessi fratelli Tang? Qualche ricercatore della Cornell University? Donald Keene in persona personalmente? Un nostalgico nonnino vietnamita esperto e profondo conoscitore di chữ nôm?

Rimaniamo per ora con questo gustoso enigma linguistico.

La ricetta di Biancorosso Giappone

somen

Hitotaba: un mazzetto di somen

Se tutta questa chiacchierata sulle matasse linguistiche da sbrogliare vi ha messo fame, beh, allora procediamo subito con la nostra ricetta!

Come sempre, anche in questo caso gli ingredienti sono pochi, semplici e tutti facilmente reperibili in Italia.

AVVERTENZA: se per qualche curiosa ragione non doveste trovare i somen, provate a sostituirli con degli spaghettini di riso fini. Gli spaghetti di riso sono ormai presenti in quasi tutti i reparti etnici dei supermercati italiani.

Somen

Gli ordinati mazzetti di somen

Ricetta: 冷たいそうめん Tsumetai somen o somen freddi

Ingredienti per 1 persona

un mazzetto di somen

un pezzetto da 5cm di cipollotto

un pezzo piccolo di zenzero fresco q.b.

mezzo cucchiaio di semi di sesamo

180ml circa di dashi freddo*

mezzo cucchiaio di aceto di riso

mezzo cucchiaino di sale

mezzo cucchiaino di salsa di soia

PER IL DASHI: in questa ricetta utilizzo il dashi di pesce, ma potete usare un konbudashi, uno shiitakedashi oppure uno brodo di verdura. Vi rimando alla mia spiegazione sul dashi, QUI.

ingredienti somen

Cosa occorre per gli tsumetai-somen.

Procedimento

  1. Preparare il dashi e farlo raffreddare in frigorifero. Deve essere freddo. Nel caso non lo fosse del tutto, allora potrete rimediare aggiungendo qualche cubetto di ghiaccio nel piatto.
  2. Tagliare finemente il cipollotto e lo zenzero e mischiarli al sale, al sesamo, alla salsa di soia e all’aceto di riso. Mescolare bene il composto e lasciare riposare per qualche minuto.
Condimento somen

Condimento semplice per somen.

Prepariamo i nostri somen!

La cottura dei somen è molto semplice e richiede poche accortezze.

4. Mettere a bollire dell’acqua in una pentola, senza aggiungere il sale. Questo infatti è già presente generalmente in tutti i menrui.

5. Non appena l’acqua avrà iniziato a bollire, disfare il mazzetto e mettere gli spaghettini a cuocere per il tempo consigliato sulla confezione. Il tempo di cottura dei Tomoshiraga è di 3 minuti.

Somen in cottura

6. Trascorso il tempo di cottura, scolare immediatamente gli spaghettini e risciacquarli molto molto bene sotto un getto d’acqua fredda! Facendo attenzione a non romperli, risciacquateli delicatamente con entrambe le mani per liberarli dai residui di amido.

risciacquo somen

Risciacquiamo bene i somen!

7. Dopo averli scolati molto bene, iniziate a disporli ordinatamente in una bella scodella di vostra scelta.

somen cotti

Nido di somen cotti, pronti da condire.

8. Ora non vi resta che versarvi sopra, delicatamente, il dashi freddo e guarnire il tutto con il condimento precedentemente preparato (cipollotto, zenzero, sesamo, salsa di soia, sale e aceto di riso).

Somen freddi

冷たいそうめん Tsumetai somen

9. Potete guarnire con qualche fogliolina verde fragrante. Io ho scelto una profumata foglia di basilico verde perché ben si intonava con la mia scodella.

10. Se il dashi non dovesse essere abbastanza freddo, aggiungete qualche cubetto di ghiaccio.

somen freddi

Deliziosi somen freddi

E anche oggi abbiamo vinto la sfida contro la spossatezza estiva o natsubate!

Alla prossima ricetta di katei-ryoori!

E come si dice in giapponese prima di mangiare e bere:

Itadakimasu!

いただきます!

Hiyashi-chuuka: il sapore giapponese dell’estate

冷やし中華 Hiyashi-chuuka

冷やし中華 Hiyashi-chuuka

Passano i secondi, passano i minuti, passano i giorni, le settimane, i mesi. E poi gli anni.

E così la vita si srotola davanti ai nostri occhi come una vecchia pergamena.

Gli istanti passano per non tornare più, lasciando dietro sé il sapore dolce-amaro della nostalgia.

L’estate è di nuovo alle porte. Innumerevoli manciate d’istanti sono dovuti passare per ritrovarci di nuovo qui, nel mese di giugno, in quel mese sempre associato alla fine della scuola e all’inizio di quelle vacanze che da bambini sembravano durare per sempre.

Gli istanti passano, fondendosi l’un nell’altro, mentre forse a volte ci sembra di essere fermi, di non aver mosso un passo.

Altre volte, invece, quegli stessi istanti scivolano via con la forza travolgente di un turbine, lasciandoci addosso la sensazione di aver vissuto un giorno come cento.

Maggio e giugno sono stati mesi, per me, emotivamente molto forti.

Ho trovato la dimensione spirituale che cercavo, ritrovando una grande pace e una chiarezza di pensiero che sembrava ormai avermi abbandonata.

Ho rafforzato ulteriormente un’amicizia con un’amica dal cuore limpido.

Ma nel frattempo ho ricevuto una delusione dolorosa da una persona che, come capita nel cento per cento dei casi, sembrava un’amica ma evidentemente non lo era.

Le delusioni hanno un perché e senza di esse non riusciremmo ad avanzare. Conosciamo il loro valore, ma lo conosciamo e lo apprezziamo solo a posteriori, a mente fredda.

In quel momento, però, la lama tagliente dell’amicizia tradita e del tuo cuore trattato come se valesse mezza carta di caramella gettata a terra penetra molto in profondità, facendoti sanguinare. Si sanguinano lacrime calde che lavano via un pò il dolore, smorzandolo fino a farlo arrivare a livelli gestibili e assimilabili da una mente che altrimenti rifiuta di trovare una logica a ferite provocate senza un perché.

A mente e cuore un po’ più alleggeriti dal bruciore di quel taglio ormai in fase di guarigione, trovo una grande verità:

Strada facendo si perdono tanti amici, per i motivi più svariati. Anzi, a volte i motivi possono pure non esistere.

Ma ad ogni amico perso, se ne trova un altro e generalmente migliore del precedente.

E se questo non dovesse accadere, allora vuol dire che ci sarà altro che ci darà equivalente o superiore gioia a quella di un’amicizia.

Con l’aria quasi ormai estiva pregna della fragranza dei gelsomini, il calore sempre più invadente e appiccicoso, mi sono ricordata con nostalgia di una delizia che in Giappone mangiavo non appena il Paese si ritrovava nella morsa di quella sua estate senza pietà: 冷やし中華 hiyashi-chuuka.

Hiyashi-chuuka è l’equivalente nipponico della nostra estivissima insalata di pasta.

Letteralmente il nome significa “cibo cinese freddo” e questo perché il tipo di spaghettini usati sono generalmente i ramen o comunque spaghetti cinesi.

Essenzialmente, quindi, si tratta di spaghettini freddi guarniti da cetrioli, striscioline di frittata, pollo bollito, prosciutto e il tutto irrorato da una salsina a base di salsa di soia e olio di sesamo.

È un piatto davvero molto gustoso, non difficile da preparare, economico ed esteticamente gradevole.

Ecco a voi la ricetta per quattro persone:

4 o 5 matassine di spaghetti cinesi
2 petti di pollo
1 cetriolo
6 fettine di prosciutto (io ne ho usato uno di manzo molto gustoso)
2 uova

Gli ingredienti per il タレ tare o salsina:

140ml d’acqua
100ml di salsa di soia
100ml di olio di aceto di riso o aceto di mele
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di olio di sesamo

facoltativo: una manciata di semi di sesamo

Acqua, aceto e salsa di soia

Acqua, aceto e salsa di soia

Per prima cosa, preparare la tare o salsina unendo l’aceto, l’acqua, la salsa di soia, lo zucchero e l’olio di sesamo.

Due cucchiai di zucchero

Due cucchiai di zucchero

L’olio di sesamo è un ingrediente ormai diffuso anche in Italia e reperibile sia negli Asian Market che nei centri della grande distribuzione.
Non costa poco, ma conviene prenderlo di qualità dato che non si usa in grosse quantità generalmente. Una bottiglietta vi durerà diverso tempo, purché la conserviate in un luogo fresco e asciutto. Se non fate attenzione, l’olio di sesamo irrancidirà alla velocità del west.

Qui a Torino, nella zona di Porta Palazzo, e più precisamente nel mio Asian Market del cuore ossia quello di Via delle Orfane, trovo questo olio di sesamo giapponese proveniente dalla Prefettura di Mie, il 純正junsei della Kuki-Sangyo:

ごま油 Goma-abura. Olio di sesamo.

ごま油 Goma-abura. Olio di sesamo.

Mischiando i suddetti ingredienti, otterrete la vostra profumatissima tare:

冷やし中華のタレ Salsina per hiyashi-chuuka

冷やし中華のタレ Salsina per hiyashi-chuuka

La salsina può essere preparata anche con largo anticipo e conservata tranquillamente in frigorifero, fino al momento dell’uso. Anzi, se vi dovesse piacere la ricetta, vi consiglio di preparare una bella quantità di tare da tenere in una bottiglia o contenitore nel frigorifero, pronta da usare all’occorrenza ogniqualvolta vorrete gustarvi un buon piatto refrigerante di hiyashi-chuuka.

Gli spaghettini da usare sarebbero quelli che in Giappone vengono chiamati 生中華そば nama-chuuka-soba ossia spaghettini cinesi freschi. Là si trovano anche secchi e sono buoni comunque, anche se quelli freschi personalmente io li preferisco.

Andate a farvi un giro nel vostro Asian Market di fiducia e vedete un pò cosa riuscite a scovare in quanto a spaghettini. È possibile che non ci saranno degli autentici nama-chuuka-soba ma qualcosa di simile.

La mia scelta è ricaduta su queste deliziose matassine:

hiyashi2

Questi begli spaghettini arrivano da Taiwan e hanno una consistenza simile a quella della chuuka-soba.

Prendete qualcosa di simile oppure anche delle semplici mattonelle di ramen secchi, di quelle che trovate in vendita senza il condimento.

Queste matassine cuociono nel giro di 4 minuti abbondanti. Ricordatevi che la pasta asiatica generalmente va cotta in acqua senza l’aggiunta di sale poichè il sale è già incluso nel suo impasto.

Una volta cotti, vanno risciacquati sotto un getto d’acqua fredda corrente.

Prepariamo le guarnizioni:

1. mettere a bollire in acqua leggermente salata i petti di pollo e – a cottura ultimata – tagliarli a striscioline con un coltello oppure sfilacciarli con le mani facendo attenzione a non bruciarvi.

2. Tagliare il cetriolo possibilmente con la tecnica del 細切り komagiri e che vedete illustrata qui.

3. tagliate a striscioline sottili il prosciutto.

4. Sbattete le due uova e fateci una frittatina sottile e che tagliuzzerete a strisce.

hiyashi7

Prendete dei piatti un po’ fondi e in ognuno mettete una matassina di spaghettini cotti. Sopra gli spaghettini, cominciate a sistemare le guarnizioni cercando di essere ordinati.

Infine, irrorate generosamente i vostri hiyashi-chuuka con un mestolo di tare.

E siete pronti per sedervi a tavola! いただきます! Itadakimasu!

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La mia hiyashi-chuuka: un ritorno olfattivo e papillare al Giappone estivo

La hiyashi-chuuka è facilmente personalizzabile in base ai vostri gusti. Potete farla solo di verdure evitando così la carne, le uova e il prosciutto. Oppure potete aggiungere altre verdure che vi piacciono.
Ad esempio, i pomodorini piccoli sono ideali perchè danno un bel tocco di colore.

In questi giorni al mercato e dal verduriere si trovano i piselli freschi, una di quelle bontà che oramai non siamo quasi più abituati a gustare nella sua versione naturale, che non preveda dunque una scatola di latta.

Avevo un pò di piselli freschi e quindi ho pensato di usarne qualche manciata per dare colore e sapore.

hiyashi9

Arriva l’estate e noi l’aspettiamo. Cos’altro possiamo fare?

Come aspettiamo lei, aspetteremo anche l’autunno e poi l’inverno. È la ciclicità della vita che scandisce i nostri ritmi e il passare delle stagioni dell’uomo.

E come sempre, il segreto sta nel riuscire a trovare il bello in tutto ciò che ci circonda, fossimo anche attorniati da un brullo deserto. Da qualche parte, pure in quel deserto, ci sarà una duna da cui spunta fiera la luna, no?

Io adesso, grazie a Dio, non sono più nel deserto brullo ma mi ritrovo nuovamente in un giardino che diventa di giorno in giorno sempre più verde, più fiorito, più profumato. In esso corre libero l’effluvio del gelsomino e dei cuori più belli che io abbia ora nella mia vita.

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